Dati e analisi sulla privatizzazione dei servizi

[rigraziando per la segnalazione Stefano Sylos Labini, anch’egli candidato per il rinnovo del Consiglio Regionale del Lazio nelle liste di Sinistra Ecologia Libertà]

Riportiamo qui lo studio compiuto dalla Corte dei Conti – Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato Collegio di controllo sulle entrate – Obiettivi e risultati delle operazioni di privatizzazione  di partecipazioni pubbliche.

Lo studio, ricchissimo di dati analitici riferiti ad un periodo di circa 10 anni, è particolarmente importante in relazione al problema posto dalla ormai prossima privatizzazione dell’acqua, così come voluta dal Governo attuale (art.133/08 e successivo decreto Ronchi del novembre 2009). Il testo contiene alcuni elementi che rischiano di essere ambigui: in particolare, quando si dichiara che la privatizzazione abbia nel complesso sostanzialmente conseguito gli obiettivi di lungo termine previsti nei primi documenti ufficiali, bisogna tenere conto che gli obiettivi a cui si fa riferimento (vedi ad esempio pag.223 e seguenti, nel testo) consistono principalmente nella stabilizzazione dei bilanci, più che nel miglioramento dei servizi per il cittadino.

Altri passaggi chiariscono invece in modo inequivoco il problema delle tariffe e del servizio in condizioni monopolistiche. Ne evidenzio in particolare due:

Per quanto riguarda le utilities, c’è tuttavia da osservare che l’aumento della profittabilità delle imprese regolate è in larga parte dovuto, più che a recuperi di efficienza sul lato dei costi, all’aumento delle tariffe che, infatti, risultano notevolmente più elevate di quelle richieste agli utenti degli altri paesi europei, senza che i dati disponibili forniscano conclusioni univoche sulla effettiva funzionalità di tali aumenti alla promozione delle politiche di investimento delle società privatizzate. Considerazioni analoghe possono valere anche per ciò che attiene agli effetti sul livello sia delle tariffe autostradali, sia degli oneri che il sistema bancario pone a carico della clientela, tutt’oggi sistematicamente e considerevolmente più elevato di quello riscontrato nella maggior parte degli altri paesi europei. [Pagina 8, di seguito al passaggio precedente]

Gli effetti delle privatizzazioni sul benessere dei consumatori sembrano ancora più controversi. Lo sono, come si è visto, per quanto riguarda i servizi bancari. E lo sono per i servizi autostradali e delle utilities. In particolare, analizzando nel dettaglio i prezzi dei servizi erogati dalle utilities (acqua, energia, trasporti, telecomunicazioni), si osserva una dinamica dei prezzi molto accentuata soprattutto nei settori dell’acqua, del gas e delle autostrade, e una forte riduzione nelle telecomunicazioni. Le relazioni annuali delle Autorità Amministrative Indipendenti, peraltro, evidenziano come le privatizzazioni e l’attuale corso della presenza pubblica nei settori dell’energia e del gas non impediscano che le tariffe a carico di ampie categorie di utenti siano notevolmente più elevate di quelle richieste agli utenti degli altri paesi europei, e ciò in ragione del permanere di situazioni di monopolio di rete, come nel caso della distribuzione del gas. A tal proposito, pur scontando gli effetti del più diretto impatto dell’andamento dei prezzi internazionali dei prodotti petroliferi, può meritare un approfondimento, da parte della competente Authority, il diverso più recente andamento, nell’ambito dello stesso settore (energia), delle tariffe del metano (in aumento) e di quelle dell’elettricità (in diminuzione). Così come meritano di essere approfondite le ragioni della continua lievitazione dei pedaggi autostradali, giustificata, oltre che dal 70% dell’inflazione reale (e non di quella programmata), dagli investimenti effettuati.
[…]
Naturalmente i prezzi rappresentano soltanto un aspetto, seppur importante, dell’erogazione di servizi. Altrettanto importante è la loro qualità, la cui valutazione avrebbe richiesto una serie di altre complesse ed approfondite analisi. I dati mettono comunque in luce un aspetto particolarmente critico della privatizzazione nel caso di alcune utilities regolate, che, aumentando strategicamente il debito, hanno visto rafforzato il proprio potere negoziale nei confronti di un regolatore che può aver concesso incrementi tariffari nell’intento di contenere i maggiori rischi di insolvenza. [pagina 228]

In breve (per chi non ha il tempo di studiarsi tutto o parte del testo), si scopre quello che qualsiasi studente di economia potrà dirvi: se crei una situazione di monopolio (come ad esempio la privatizzazione dell’acqua, che si fonda su una singola infrastruttura: l’acquedotto), il privato che gestisce il servizio  massimizzerà il profitto a prescindere dalla qualità del servizio, dato che comunque il cittadino è privato anche della possibilità di cambiare gestore.

DOWNLOAD della relazione in PDF: » Privatizzazioni definitivo – relazione.

» Link ad un articolo di commento del Corriere (10 febbraio).

Ecco un approfondimento discreto dedicato in modo specifico all’acqua: Trasmissione “Presa Diretta,” di Riccardo Iacona. Data:7 febbraio 2010.

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