Bandi per giovani (?) ricercatori “Rita Levi Montalcini”, un confronto

Nel periodo post-dottorato, i ricercatori che perseguono una carriera in accademia hanno accesso a finanziamenti (grants o fellowships) e programmi specifici messi a disposizione con bandi in numerosi Paesi. Questi fondi sono concepiti per garantire la possibilità a ricercatori ad uno stadio intermedio della propria carriera (alcuni anni di ricerca autonoma alle spalle, ma non una posizione da strutturato) di fondare un proprio laboratorio. Si tratta di passaggio molto importante perche’ si consente in questo modo ad un ricercatore di condurre un proprio progetto di ricerca in modo autonomo. Un progetto di ricerca infatti prevede spesso costi in termini di apparecchiature (acquisto o affitto), costi di pubblicazione e conferenze, e ovviamente in termini di ore lavoro, per le quali e’ necessario assumere ricercatori con meno anni di esperienza il cui lavoro sarà poi supervisionato.

In molti Paesi, a questo passaggio importante corrispondono finanziamenti altrettanto importanti. Molti, ma non tutti.

Facciamo qualche esempio di fondi dedicati a ricercatori con gli stessi anni di esperienza:

Unione Europea, Starting Grants (call europea 2016:  http://ec.europa.eu/research/participants/data/ref/h2020/other/guides_for_applicants/h2020-guide16-erc-stg-cog_en.pdf ). € 1.500.000, per un periodo di 5 anni, con la possibilità di richiedere ulteriori € 500 000 per l’acquisto di macchinari specifici. Eleggibilità: dottorato di ricerca conseguito tra i 2 e 7 anni prima dell’anno di partecipazione al bando.

Germania, Sofja Kovalevskaja Award, (call 2016: https://www.humboldt-foundation.de/web/kovalevskaja-award.html): € 1.650.000, per 5 anni. Eleggibilità: dottorato di ricerca conseguito entro i 6 anni prima dell’anno di partecipazione al bando.

United Kingdom, “Investigator Awards in Science”, offerto dal Wellcome Trust (due call annuali: https://wellcome.ac.uk/funding/investigator-awards-science): : da £ 500.000 a 1.500.000, per un tempo variabile fino a 7 anni. Eleggibilità: non specificata. Durata e fondi sono solitamente proporzionali all’esperienza maturata dal ricercatore.

Italia. Programma reclutamento giovani ricercatori “Rita Levi Montalcini” 2016 (call aperta fino al 15 marzo 2017: http://attiministeriali.miur.it/anno-2016/dicembre/dm-19122016.aspx ): € 208.000, per 3 anni (ovvero 5mln di euro per 24 borse). Eleggibilità: dottorato di ricerca conseguito successivamente al 31 ottobre 2010 ed entro il 31 ottobre 2013.

Tralasciando il fatto che con 4-7 anni di esperienza PostDoc, solo in Italia si viene chiamati “giovani ricercatori”, capisco bene che se non si e’ del settore, i 70mila euro l’anno offerti dal bando italiano possono sembrare anche tanti. Facciamo quindi qualche conto.

Un assegno di ricerca minimo costa circa 20mila euro l’anno (lordi) e andrebbe utilizzato ad esempio per il primo anno di un dottorando (a suo tempo la dicitura infatti era “in formazione”). Il programma italiano quindi consente a chi vince i fondi di pagare il proprio stipendio (intorno ai 35mila, lordi) ed un assistente di ricerca full time. Restano in budget 15mila euro. L’affitto di una sessione singola in uno scanner fMRI (per citare esempi di spese che potrei dover sostenere io) puo’ costare tra i 200 e i 500 euro l’ora, a seconda delle relazioni tra ente di ricerca e ospedale. Uno studio singolo impiega di solito 25 soggetti per almeno 50 ore di scanner, in uno studio senza confronto tra condizioni. A questo costo bisogna aggiungere una retribuzione per i volontari, di solito intorno ai 10-20 euro l’ora, assumendo che non ci sia anche da includere spese aggiuntive (ad esempio, per l’impiego di un farmaco). Uno studio preliminare in fMRI, ridotto all’osso, assumendo che non sia necessario organizzare un pilota per testare il task in uso e assumendo che non ci sia nessun contrattempo (ad esempio se un soggetto scopre di essere claustrofobico, i dati non vengono raccolti, ma l’affitto si paga ugualmente), quindi costa 10500 euro. Una pubblicazione open access in media costa ormai 1500-2000 euro, per cui quello stesso studio, una volta finito e pubblicato, raggiunge un costo di 12000 euro. Rimangono 3mila euro con cui pagare ad esempio la licenza di software come Matlab, oppure l’accesso ad un server per l’analisi dati. Non ci sono fondi per una conferenza o per l’acquisto di computer su cui condurre il lavoro.

Ed ecco finito il budget annuale. Uno studio, una pubblicazione, un assegno di ricerca all’anno. Con questi strumenti si compete di fatto con i colleghi che lavorano all’estero, che sono in grado di condurre esperimenti multipli contemporaneamente, possono collaborare con altri laboratori e supervisionare il lavoro di studenti e dottorandi.

Rientro dei cervelli?

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