Blocco contratti e concorsi per università e CNR

Comunicato CPU:

FARE CHIAREZZA

L’esordio della legge Gelmini sta provocando il caos. L’abolizione dei vecchi assegni di ricerca della legge 449/97 e dei vecchi contratti a TD della legge 230/05 ha portato le università e il CNR a lanciarsi in interpretazioni fantasiose. Addirittura, si è arrivati a sostenere l’impossibilità di procedere ai rinnovi di assegni e contratti a TD già previsti dai bandi originari e a fermare le procedure di svolgimento dei concorsi e quelle di presa di presa di servizio per i vincitori di assegni di ricerca banditi precedentemente all’entrata in vigore della legge.
Chiediamo al MIUR di intervenire quanto prima attraverso una nota che smentisca in maniera inequivocabile tutte queste affermazioni, chiarendo definitivamente che la legge impedisce l’avvio di nuovi bandi, ma non può in alcun modo applicarsi alle procedure e ai contratti banditi precedentemente alla sua entrata in vigore. Si deve assolutamente porre fine ad una situazione che sta creando incertezza e sta arrecando a tutti i lavoratori precari coinvolti enormi danni sia sul piano professionale che su quello economico.
Coordinamento ricercatori e docenti Precari – Università (CPU)
http://coordinamentoprecariuniversita.wordpress.com/

All’interno del CNR la situazione è delirante

Il 28 gennaio è stata emessa una circolare (link -> Circolare 07) grazie alla quale il CNR intero ha scoperto che la legge Gelmini (240/2011) va ad abrogare la legge del 1997 (art.51 in particolare) in tema di assegni di ricerca e contratti d’opera. Come conseguenza, in attesa di regolamenti e normative, sono state ANNULLATE tutte le procedure concorsuali per assegni in essere al 29 Gennaio, è fatto divieto di bandire nuovi concorsi e c’è l’obbligo di sospendere le riconferme dei contratti di assegno già vinti e in scadenza.

Migliaia di ricercatori (il cui numero preciso l’ente non è nemmeno in grado di fornire) non hanno idea di cosa succederà del proprio contratto, nonostante (e va sottolineato) questi contratti non gravino sulle casse dell’Ente, dato che poggiano per la stragrande maggioranza su fondi esterni (progetti europei, commesse con altri enti pubblici ecc.).

Nel caos più totale, ieri, 2 febbraio, Maiani (presidente del CNR), ha scritto la letterina (link -> Regolamento assegni ricerca e contratti d’opera) in cui ammorbidisce la circolare 7 per quel che riguarda i bandi in essere, ma lascia in sospeso sia la questione dei contratti in scadenza, sia quella relativa ai bandi previsti, ma non ancora conclusi, ripromettendo un regolamento in “tempi brevi”. I ricercatori con contratto scaduto in questi giorni restano quindi in attesa del regolamento, ovviamente senza stipendio. Coloro che avessero pensato di tornare in Italia a lavorare sono avvisati.

PS Sorpresa finale: il limite totale dei contratti a tempo determinato (di qualsiasi genere) è stato portato a 12 anni totali e si sta discutendo se rendere la regola retroattiva. Sembrerebbe una buona cosa (nessuno vuole rimanere precarioa  vita) ma va combinata con una realtà: non ci saranno concorsi nei prossimi anni. Ai ricercatori italiani un bel calcio in culo da questo governo ormai sulla via delle dimissioni.

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