(resistere alla) Spinta nazionalista

Anche io mi sono preso il lusso di sognare una vittoria (o almeno un pareggio) nella contrattazione tra la sinistra greca e la destra prussiano/europea. Pero’ bisogna essere onesti, sarebbe stata una vittoria politica con pochi precedenti storici. Una vera rivoluzione. Se i rapporti di forza sono uno dei pochissimi strumenti politici affidabili per capire come si evolveranno le cose, il destino di uno schieramento non proprio solido in patria e che rappresenta il 2% dell’economia continentale (in diminuzione) era segnato dal principio¹. Certo, la (debole) sinistra Francese e un governo con un minimo di lungimiranza italiano avrebbero potuto approfittare della situazione per ricavare un margine per sé in future trattative. Persino la Spagna avrebbe avuto interessi diretti a far vincere la trattativa al governo Greco, per ottenere condizioni migliori in futuri negoziati che potessero alleggerire l’asuterity interna. Qualcosa da Hollande e’ venuta fuori, il governo spagnolo invece ha calcolato che il proprio paese vale meno delle proprie poltrone e su Renzi non vorrei stendere un velo pietoso (c’è poco da avere pietà), ma non sapremo mai quanto sia stato davvero servile nel consesso dell’eurogruppo².

Dunque, l’Unione Europea non serve più? Ma la trasformazione della UE in un accrocco di interessi nazionali e con il più forte influencer nell’area centrale prussiana è avvenuta ormai da molti anni! L’indebolimento politico dell’Italia degli ultimi 15-20 anni, l’adesione alle politiche favorevoli alla mittel-europa e l’abbandono del mediterraneo come luogo di azione politica italiana in favore della corrente visione frontaliera, non potevano non avere conseguenze nello spostamento del baricentro geopolitico e come tutti questi fenomeni, si tende ad accelerare. Il volano in questo processo già avviato è stato dato dalla crisi e dalla materializzazione di un altro soggetto politico fondamentale, in precedenza più discreto, ma con gli anni sempre più visibile: il grande capitale finanziario. Il risultato in Europa (e anche qui il fenomeno si auto alimenta, causa ed effetto si confondono) è stato quello di consolidare i governi conservatori e le politiche di riduzione dell’intervento statale, concepite per placare la fame smisurata del mostro del capitale, con la stessa efficacia con cui in passato si sarebbero potuti concepire sacrifici di varia natura per placare un vulcano attivo.

Diamo al governo greco il merito di aver marcato molto bene tutti i dettagli e i contorni del nemico.

Tutto questo *non* ha reso la sinistra irrilevante in Europa. Tutto questo è successo proprio perché la sinistra era già irrilevante, quando non è stata direttamente connivente, in tutti quei casi in cui le socialdemocrazie hanno pesantemente virato a destra.

La reazione emotiva puo’ essere quella di chiudersi in un fortino: una reazione che abbiamo visto nell’SNP qui in UK o nella sinistra catalana, ad esempio. Non si riesce a vincere una battaglia su scala continentale e quindi si prova a fare qualcosa a livello del proprio quartiere/città/regione/Stato. Meglio che niente.

Con un po’ di calma però, ci si rende conto che questa non è una soluzione: il livello regionale per le decisioni politiche è oggi totalmente insufficiente. Il grande capitale finanziario e speculativo può tranquillamente fare a pezzi e mettere sotto ricatto qualsiasi paese europeo, inclusa la Germania, imponendo qualsiasi misura e governo tecnico in risposta ad una eventuale elezione a sinistra (pur improbabile al momento) o anche semplicemente non perfettamente allineata. Perché altrimenti la Prussia schiaccerebbe con tanta violenza ogni tentativo di alterazione delle politiche economiche a lei favorevoli se non per timore di indebolirsi e finire preda delle speculazioni finanziarie (oltre che per becero calcolo elettorale dei singoli soggetti coinvolti)? Ovviamente è una strada senza alcun respiro, visto che semplicemente porta ad un lento declino l’intero continente, con un finale da fuochi d’artificio già previsto da Piketty: i nazionalismi conservatori in Europa portano male.

L’unica risposta possibile è quindi l’esatto opposto alla tentazione di rispondere al nazionalismo protettivo di destra con una spinta regionalista e nazionalista di sinistra: entrambe le strategie sono destinate a fallire dallo scontro con forze su scala continentale, in grado di masticare in pochi giorni l’Italia cosi’ come abbiamo visto succedere nel passaggio dal governo Berlusconi a Monti e come abbiamo visto negli ultimi mesi in Grecia (faccio notare incidentalmente che il governo greco ha retto mesi dove i governi italiani hanno retto giorni, con ben altri mezzi e leve a disposizione!).

Bisogna crescere e passare ad un livello di forza sufficiente a contrastare il nemico attuale: destra europea nazionalista (suicida) e capitale finanziario internazionale spalleggiato da corporations internazionali (omicida). Facile, no?

 

300-end

 

¹ Incidentalmente qualcuno avrebbe preferito che la sconfitta fosse adeguatamente tragica con morti al seguito, invece che politica in termini di accordo strappato. Dopotutto al cinema “300” è più godibile di un film in cui gli spartani avessero trovato un compromesso al ribasso, nella speranza di organizzare una forza superiore in seguito.

² Sulla questione dell’eurogruppo e la sua mancanza di trasparenza, un ottimo commento da parte di Varoufakis: http://www.newstatesman.com/world-affairs/2015/07/exclusive-yanis-varoufakis-opens-about-his-five-month-battle-save-greece

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